Il joystick, il pad, lo stick, il
controller o anche semplicemente il “robo” o il “coso” sono
tutti termini che usiamo per descrivere una periferica molto
particolare, una periferica in grado di rendere interattivo il gioco
e di trasformare le nostre intenzioni in input che una console è in
grado di capire. Quello del controller però è un lavoro molto
ingrato, spesso infatti si lodano le caratteristiche tecniche delle
console oppure i giochi che essa ha a disposizione ma molto
difficilmente viene lodato un gamepad. Eppure sono tutti pronti a
dare la colpa al pad non appena si nota una certa rigidità di
controllo o una bassa ergonomia per non parlare poi di tutti i voli
contro il muro che rischia di farsi quando un giocatore è in preda
alla rabbia. Noi di GamingMole abbiamo deciso quindi di dedicare la
rubrica di questo mese ai controller per console e di raccontarne un
po' la storia attraverso 10 esempi molto particolari. Pronti?
Iniziamo!
Magnavox Odyssey
In principio non vi era nulla, niente
ragazzini che dicevano quant'era bello il loro Atari o il loro Nintendo, poi in un giorno del lontano 1972 l'odissea del gaming
iniziò e venne rilasciato il Magnavox Odyssey, ovvero la prima
console in grado di offrire intrattenimento elettronico alle case dei
cittadini americani. Il controller come potete vedere è molto
rudimentale ed essenzialmente formato da due manopole, una che muove
l'asse orizzontale e una che muove l'asse verticale nonché un
pulsante di reset al centro. Esatto niente bottoni di gioco o stick
analogici, solo manopole in grado di dare al gamer dell'epoca
quell'affascinante manualità da radioamatore che tenta di
sintonizzarsi sulla sua frequenza preferita.
La particolarità: Prima del Maganvox
non esisteva niente di simile di conseguenza tutto all'epoca era
rivoluzionario e particolare, peccato poi che il sistema di manopole
sia essenzialmente morto nel corso degli anni.
Powerglove
"Now i'm playing with power!" |
Il pad del Nintendo era ottimo: una
croce direzionale, due bottoni principali più i classici start e
select, perché proporre altri controller per la stessa console?
Siamo negli anni 80 ed è probabilmente quel periodo in cui alla
Nintendo è saltato in mente l'idea di dover innovare a tutti i costi
e tra i vari tentativi è saltato fuori questo Powerglove. Attraverso
questo strano controller il giocatore è in grado di usare la propria
mano per eseguire qualunque tipo di comando, insomma il futuro era
davvero a portata di mano!
La particolarità: Nonostante il
marketing pesante (appare persino in un film!) il powerglove è stato
un flop, questo perché non funzionava mai come doveva! Il concetto
alla base di tutto questo però non è stato dimenticato ed è anche
grazie a questo guanto che oggi ci ritroviamo il motion control della
wii
Virtual boy
Rimanendo in tema di avanguardia
tecnologica è opportuno citare anche il Virtual Boy probabilmente il
più grande fallimento targato Nintendo. Ma evitiamo di parlare della
console in sé (dove purtroppo sono concentrati la maggior parte dei
problemi) e concentriamoci sul controller: la prima cosa che salta
subito alla vista sono le due croci direzionali, una non era
abbastanza? Perché uno dovrebbe usarne due contemporaneamente? In
realtà la scelta per quanto possa sembrare insensata ha una sua
logica. Lo scopo del Virtual Boy era quello di dare un illusione di
realtà virtuale attraverso immagine percepite in 3d e per poter
giocare in questi ambienti bisognava avere un controller in grado di
gestire ben tre assi di movimento cosa che questo controller era in
grado di fare! Peccato che alla fine i videogiochi per Virtual Boy
erano ben lontani dall'idea di realtà virtuale e spazio 3d
promesso...
La particolarità: Essendo spacciata
per una console portatile (e chi non ci avrebbe giocato in giro?) il
Virtual Boy necessita di batterie che però non vanno inserite nella
console principale ma bensì nel controller!
Philips Cd-i
All'inizio degli anni '90 molte società
si mettono in gara per entrare nel mercato videoludico, tra queste
c'è anche Philips che propone una console travestita davideoregistratore. Guardate il controller, quello è un telecomando!
Ci sono anche i tasti play, pause e stop! Eppure secondo Philips
quello era un ottimo gamepad per giocare ai divertentissimi giochi
del Cd-i
La particolarità: In realtà Philips
voleva introdurre sul mercato una macchina ibrida cioè non solo
console, ma anche lettore cd e computer e il controller rispecchiava
appieno questa scelta peccato che alla fine non andava bene per
nessuno dei tre compiti.
3do
Una console che costava 599 dollari al
lancio (e parliamo di quasi 20 anni fa) doveva per forza essere
avanti su tutto, questa console doveva rappresentare la vera potenza
e la vera qualità di gioco raggiungibile solo attraverso il migliore
hardware! Peccato ritrovarsi a giocare su un controller plasticoso e
rigidissimo (tralaltro al giorno d'oggi non è facilissimo trovarne
uno perfettamente funzionante) spudoratamente copiato dal Sega Mega
Drive.
La particolarità: La console ha un
solo slot per il gamepad, questo però non significa che solo voi
potete godere dei 599 dollari di pura potenza ma potete comunque
giocare insieme a qualcuno, come? Basta guardare il retro del
controller, lì è presente uno slot al quale collegarne un altro e
così via fino a un massimo di 8 controller collegati tutti assieme!
Atari Jaguar
L'Atari Jaguar è stata l'ultima
console americana prima dell'arrivo in campo di Microsoft con L'Xbox.
Guardando il controller si possono già capire diversi motivi sul
perché il Jaguar non ha funzionato. Per la prima volta Atari decide
di abbandonare gli stick per utilizzare una croce direzionale come
facevano tutte le console dell'epoca, una bella idea se non fosse
praticamente sul bordo e in pendenza. Perché poi uccidere in questo
modo l'ergonomia di un controller? Ma per far spazio a un inutile
tastierino numerico!
La particolarità: stranamente l'usanza
di mettere dei tastierini numerici nei controller delle console era
abbastanza diffusa negli anni '80 fortunatamente però l'Atari Jaguar
è stata l'ultima a farlo.
Sega Saturn
Non credo che questo controller abbia
bisogno di descrizioni particolari, guardatelo! Immaginate di giocare
al Sega Saturn con questa specie di frisbee, vi fanno già male le
mani vero?
La particolarità: In realtà l'enfasi
di questo controller non è tanto sulla forma ma sullo stick
analogico un componente che ormai diamo per scontato ma che nel
periodo del Sega Saturn era una vera e propria novità.
Dreamcast
Il Dreamcast è probabilmente una delle
migliori console mai create, ma con un controller del genere è
davvero difficile prenderlo sul serio. Il pad sembra un incrocio tra
quello mostrato sopra e un astronave di Star Trek e come potete
immaginare l'ergonomia non è il massimo. Tuttavia lo stick e i
pulsanti fanno il loro lavoro egregiamente e dopo diverso tempo
passato a giocarci è impossibile non amarlo.
La particolarità: nello slot al centro
si inserisce la memory card del Dreamcast. Il bello è che sulla
memory card è presente anche uno schermo lcd che mostra immagini
diverse in base al gioco. Inoltre l'unita di memoria possiede dei
bottoni con i quale è possibile giocare a dei minigiochi.
Gamecube
L'ultimo vero controller stile classico
della Nintendo. Che dire non ci si capisce niente, un sacco di forme
e colori diversi eppure dopo averlo usato per un po' tutto incomincia
ad aver senso.
La particolarità: I tasti dorsali in
realtà sono grilletti che se premuti fino in fondo fanno clic
aggiungendo di fatto altri due tasti al controller.
Il controller di Steel Battalion
Diciamoci la verità controllare un
robot con un semplice controller come quello dell'xbox non da molta
immersione. Alla Capcom devono averci pensato molto su come risolvere
questo problema e per questo motivo Steel Battalion è uscito con un
esclusivo controller su misura. Chiamarlo controller è però molto
riduttivo: si tratta di una postazione da battaglia con 3 pedali, 2 joystick e 40 tasti in grado di fare tutto quello che vi viene in mente
(c'è anche un tasto per il tergicristallo del robot e uno per
l'espulsione del pilota!). Comprensibilmente questo gioco e diventato
un cult proprio grazie al controller che sta diventando un vero e
proprio oggetto da collezione!
La particolarità: Il pulsante più
importante è sicuramente quello dell'espulsione pilota. C'è una
protezione di plastica da alzare per evitare di premerlo
inavvertitamente tuttavia se il giocatore si trova in condizione
critiche durante la missione dovrà premerlo prima che il robot
esploda altrimenti sarà game over e i salvataggi precedenti verranno
cancellati!
Atari Mindlink
Facciamo di nuovo un tuffo nel passato,
in un periodo dove giocare a Pong con le sopracciglia poteva sembrare
una cosa rispettabile e motivo di meraviglia. Il Mindlink proponeva
proprio questo: un controller in grado di rilevare i movimenti dei
muscoli facciali e di trasformarli in comandi per qualunque
videogioco Atari
La particolarità: fortunatamente il
Mindlink è un progetto abbandonato, la stessa Atari aveva capito
quanto era idiota l'idea e ha preferito focalizzarsi su altro.
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