I giochi su licenza Disney di oggi non
sono sicuramente noti per la loro qualità, anzi se escludiamo la
saga di Kingdom Hearts non rimangono altro che giochi che puntano
solo sul marchio e sulla bella faccia dell'ennesimo divo di Disney
Channel. Fortunatamente non è sempre stato così: In passato infatti
non era raro trovare dei giochi veramente validi e diciamoci la
verità, anche abbastanza difficili per il loro target di
riferimento. Nella rubrica di questo mese vedremo 5 di questi giochi
e vedremo un po' di pro e contro di ogni titolo. Pronti? Iniziamo!
Preparatevi a un salto nel passato! |
The Lion King
Potrebbe sembrare un tipico platform
anni '90 ed effettivamente lo è, tuttavia The Lion King è anche il
platform che ha vinto il titolo di gioco dell'anno per Sega Mega
Drive battendo Sonic the Hedgehog 3, un risultato notevole per un
gioco su licenza Disney. Sviluppato da Westwood Studios (quelli che
diventeranno famosi per Command & Conquer) e da Virgin
Interactive per praticamente qualunque sistema esistente nel 1994,
The Lion King racconta la storia dell'omonimo film mettendo il
giocatore nei panni di Simba e occasionalmente in quelli di Timon e
Pumba.
Il gameplay e la grafica sono
sicuramente i punti forti del gioco, quest'ultima in particolare è
stata curata dagli animatori Disney del film e mostra animazione
fluide e colori sgargianti, forse anche troppo. Il gameplay è uno
dei più vari per il genere, infatti Simba non potrà solo muoversi e
saltare ma potrà anche ruggire e rotolare inoltre quando diventerà
grande nei livelli più avanzati avrà a disposizione dei nuovi
attacchi senza contare i livelli con regole particolari e i bonus
game.
Si, ma quanto è hardcore?
Parecchio, probabilmente The Lion King è uno dei giochi Disney più
difficili in assoluto anche se a volte la difficoltà è forzata a
causa di controlli un po' troppo rigidi. Questo è un gioco dove si
muore molte volte indipendentemente dal livello di difficoltà e si
va avanti perché si sono memorizzati gli schemi. I combattimenti in
particolare risultano difficili questo perché il piccolo Simba non
ha attacchi veramente utili e uno di questi, il ruggito, richiede
anche una specie di tempo di ricarica. Ironicamente negli ultimi
livelli il gioco diventa leggermente più facile perché Simba adulto
oltre ad essere più grande è anche avvantaggiato dalla capacità di
avere ulteriori attacchi e un ruggito sensibilmente potenziato.
Disney's Magical Quest
Una delle cose che saltano all'occhio
appena si avvia Disney's Magical Quest è lo sfavillante marchio
Capcom che con la sua musichetta sembra volerci rassicurare sulla
qualità del prodotto e in effetti dopo i primi minuti di gioco si
possono già notare diversi tocchi di classe. Pur essendo un platform
Magical Quest prende in prestito alcune meccaniche dagli rpg tra cui
la possibilità di acquistare oggetti che potenziano il personaggio e
il suo abbigliamento.
Topolino infatti non si limiterà a
saltare sopra i nemici o a lanciargli addosso i blocchi trovati per
il livello ma avrà a disposizione diversi costumi che gli
garantiranno abilità speciali. Ad esempio il costume da mago gli
permetterà di attaccare a distanza con la magia e di immergersi in
acqua senza annegare. Queste abilità saranno essenziali per
proseguire nei livelli e salvare Pluto (si, è questo l'obiettivo del
gioco)
Si ma quanto è Hardcore? In
verità non molto, il gioco risulta piuttosto semplice da finire
anche se per trovare tutti i negozi e le aree segrete ci vorrà
comunque molto tempo, tempo che il giocatore medio probabilmente non
avrà voglia di spendere perché il gioco non dispone di una funzione
di salvataggio. Nei capitoli successivi della serie le cose però
cambiano: In Magical Quest: Starring Mickey & Minnie e in Magical
Quest: Starring Mickey & Donald (purtroppo rilasciato in europa
solo per Gameboy Advance) l'esperienza di gioco diventa un po' più
difficile. Per facilitare il giocatore in questi capitoli viene
implementata la possibilità di salvare e giocare in co-op
simultaneo, cosa abbastanza rara all'epoca e forse non implementata
neanche troppo bene.
Donal Duck In Maui Mallard
Donald Duck in
Maui Mallard (conosciuto anche come Maui Mallard in Cold Shadow) è
uno dei giochi Disney più atipici in assoluto, un gioco che racconta
una storia semplice ma con dei personaggi fuori dagli standard a
cominciare dal protagonista. Tecnicamente il personaggio controllato
dal giocatore è Paperino o Donald Duck se preferite tuttavia in
questo gioco è come un attore che interpreta un ruolo, il ruolo di
Maui Mallard un detective che deve indagare sulla sparizione di un
idolo tribale di un isola tropicale.
Fin qui niente di
strano ma incominciando a giocare si cominciano a vedere un paio di
dettagli che stonano con il famoso stile Disney. Innanzitutto
l'atmosfera molto più dark e spettrale che contrasta con
l'ambientazione tropicale e poi lo stesso Maui Mallard che ha come
arma principale una pistola che spara insetti e che dopo il primo
livello è in grado di trasformarsi in un ninja chiamato Cold Shadow.
Questa particolare scelta stilistica è venuta proprio dalla stessa
Disney che a metà degli anni '90 aveva deciso di creare nuove serie
con contenuti più maturi che potessero essere apprezzati anche dalle
persone più grandi (chi si ricorda gli albi di PK o la serie
Darkwing Duck?), Donald Duck in
Maui Mallard è stato uno dei risultati di questa operazione che
sfortunatamente non ha mai avuto un seguito.
Si
ma quanto è hardcore?
Dipende, esistono tre versioni del gioco, una per Sega Mega Drive,
una per Super Nintendo e una per Pc e tutte e tre sono diverse in
termini tecnici e di gameplay. Quella per Sega Mega Drive è
probabilmente la più hardcore: i livelli sono più difficili, i
“proiettili” finiscono e quando Maui Mallard si trasforma in Cold
Shadow perde costantemente energia yin yang. La versione pc è molto
simile a questa ma può anche vantare di una grafica e un suono
migliore oltre a qualche cambiamento di gameplay. Il porting sul
Super Nintendo è invece qualcosa di molto diverso, in questa
versione Maui non finisce mai i proiettili e non perde energia dopo
la trasformazione inoltre molti livelli sono stati semplificati o
completamente cambiati. Se avete un Super Nintendo però è lo stesso
altamente consigliato prendere questo gioco che rimane godibile e con
una musica forse anche migliore della versione Pc!
Aladdin
Chi ama il retrogaming è molto probabile che abbia già sentito
parlare del gioco Aladdin. In realtà non è un gioco solo ma due!
Infatti come in Maui Mallard in Cold Shadow anche questo titolo
cambia in base alla piattaforma, solo che questa volta in modo molto
più radicale; si tratta infatti di due diversi sviluppatori con due
filosofie di gameplay diverse. Da una parte ci sono i ragazzi della
Virgin Interactive che nella versione per Sega Mega Drive han
sviluppato un gioco davvero spettacolare per l'epoca utilizzando
particolare metodo per rendere le animazioni talmente fluide da
sembrare prese direttamente dal film!
Dall'altra parte c'è la Capcom che non potendo contare sugli
animatori e compositori Disney nella versione per Super Nintendo ha
invece fatto quello che sa fare meglio ovvero creare un platform
semplice ma non per questo inferiore in qualità. Ancora oggi ci si
chiede quale dei due titoli sia il migliore ma si sa, è questione di
preferenze e nel caso vi stiate ancora chiedendo quanto sono
effettivamente diversi eccovi un video di confronto.
Si ma quanto sono Hardcore? Entrambi lo sono, forse non molto nei primi livelli dove si avanza abbastanza facilmente ma poi la curva di difficoltà aumenta. Personalmente poi come in tutti gli altri giochi sviluppati dalla Virgin Interactive trovo i comandi un po' troppo scomodi e anche se è un piacere per gli occhi vedere Aladdin destreggiarsi per Agrabah con così tanta fluidità è anche vero che se si cerca qualcosa di più tecnico bisogna puntare sul titolo Capcom.
Mickey Mania
Conosciuto
sulla prima Playstation come Mickey's
Wild Adventure
questo titolo è uno dei giochi Disney più conosciuti. Il motivo è
facilmente intuibile; si tratta infatti di un gioco che ripercorre i
primi 62 anni di vita di Topolino dalla prima apparizione in
Steamboat Willie fino al corto The Prince and the Pauper del 1990. La
presentazione grafica è notevole considerando le limitazioni per
l'epoca e il gameplay è abbastanza vario per tenere incollato il
giocatore con la curiosità di vedere il prossimo episodio.
Il
gioco è infatti diviso in episodi che poi caratterizzano i temi del
livello ed è probabilmente grazie a questo che il gioco riesce a
catturare bene la cosiddetta “Magia Disney”. Si inizierà da
Steamboat Willie in un nostalgico bianco e nero e man mano che
avanzeremo il mondo comincerà a colorarsi e a introdurre nuovi
personaggi. Se si prendono le versioni su CD (Il massimo della
tecnologia per l'epoca) sarà anche possibile vedere dei timidi
effetti 3d accompagnati da una musica decisamente migliore e a un
Topolino che dirà occasionalmente qualche frase.
Si
ma quanto è hardcore? Come dice la pubblicità del gioco “No
Goofy, No Minnie, No Mercy”. Il gioco non mostra pietà per il
giocatore che si ritrova a districarsi in un platform dove non
esistono potenziamenti e dove è estremamente facile morire. La
difficoltà principale sta nel fatto che praticamente tutto nel
livello cerca di uccidere il povero Topolino. Ci sono dei coltelli
appesi alla parete? Cadranno appena si passerete sotto. Avete
distrutto degli scheletri? Le loro ossa potranno colpirvi. Unite
tutto questo al fatto che non esiste sistema di salvataggio ed ecco a
voi uno dei giochi più hardcore degli anni '90!
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