martedì 21 agosto 2012

I “privilegiati” dell’industria dei videogiochi

In una recente intervista, lo sviluppatore Alex Hutchinson noto per la serie di Assassin’s Creed ha espresso un serio risentimento per come vengono trattate le produzioni occidentali agli occhi dei giornalisti, arrivando a definire i gli sviluppatori giapponesi come  “perdonati” per le loro orribili storie. Ecco lo stralcio incriminato:

“Come fa Nintendo? Rilasciano un nuovo titolo della stessa serie ogni anno e nessuno batte ciglio. Perchè?

Vuoi la mia vera risposta? Penso che ci sia un sottile razzismo in questo business, specialmente da parte dei giornalisti dove gli sviluppatori giapponesi sono perdonati per quello che fanno. Penso che fare così sia condiscendente.

 

Seriamente?

Si. Pensa a quanti giochi giapponesi vengono rilasciati con una storia letteralmente incomprensibile. Letteralmente incomprensibile! Non si può scrivere qualcosa del genere in modo serio invece i giornalisti dicono “oh è geniale!”. Poi esce Gears of War e a quanto pare è il peggior pezzo di narrativa in un videogioco. Preferisco Gears of War piuttosto che Bayonetta in qualunque momento. È davvero troppo condiscendente dire “Oh queste storie giapponesi, davvero non intendono quello che fanno!

Pensi che non ci sia un giusto standard universale?

Penso solo che la domanda dovrebbe essere: la storia è buona?”

Hutchinson

Affermazioni abbastanza pesanti da parte dello sviluppatore, ma è davvero così? Personalmente non credo ci sia una specie di razzismo verso le produzioni occidentali anzi  credo che il motivo principale per il quale i giochi giapponesi vengono giudicati diversamente è perché sono davvero diversi dai giochi europei o americani, è un po’ come la differenza tra fumetti e manga. Inoltre credo sia inutile dover giudicare solo la storia del gioco, per alcuni giochi è un elemento importante ma per altri è assolutamente irrilevante basti pensare alla serie di Mario, di sicuro non ha avuto successo per le capacità narrative di Miyamoto ma piuttosto per il gameplay divertente che ha saputo anche reinventarsi negli anni. Nessun giornalista serio giudicherebbe Mario per la storia come nessun giornalista serio giudicherebbe Heavy Rain per il gameplay.

Se poi si vogliono confrontare generi simili anche li c’è una consistente differenza basti pensare alla differenza tra rpg giapponesi e rpg occidentali. Si potrebbe dire che gli rpg giapponesi come Final Fantasy siano tutti uguali a livello di storia e sicuramente meno profondi delle controparti americane e europee ma dire così sarebbe un generalizzare anche perché se è vero che gli rpg orientali hanno spesso storie più profonde e anche più ingegnose è anche vero che gli rpg giapponesi a volte trasmettono molto di più al giocatore anche con delle storie semplici e stereotipate, ed è questo quello che penso conti davvero. Alla fine credo che la domanda che dovremmo tutti porci non è “la storia è buona?” ma piuttosto “il gioco è divertente?”

Nessun commento:

Posta un commento