Ogni persona su questo mondo ha dubbi su cosa ci aspetta dopo la morte: tra motivi religiosi e scientifici c'è chi crede che ci siano dei luoghi in cui riposa la nostra anima, che ci si reincarni oppure che ci sia il vuoto totale. Non potremo mai conoscere la verità, ma è giusto comunque che ognuno possa pensare ciò che vuole... non la pensa così la Chinese Academy of Social Science (Wuhan), che qualche giorno fa ha pubblicato uno studio secondo cui i bambini che videogiocano sono propensi a credere che dopo la morte ci sia la reincarnazione e siano mediamente più stupidi.
Lo studio della CASS ha coinvolto bambini di quinta elementare e ragazzini delle superiori. I risultati mostrano che più dell'80% dei bambini più piccoli non crede alla reincarnazione, mentre più del 60% dei ragazzi più grandi crede nella vita dopo la morte: tutto ciò sarebbe spiegato dal fatto che i videogiochi fanno cambiare idea ai bambini in crescita. Il direttore della CASS, Dong Shi, spiega che non è sbagliato credere nella reincarnazione, ma è un problema quando i bambini si fanno un'idea sbagliata della morte.
"Io credevo che le code di fenice potessero far resuscitare!!" cit. di un generico ragazzino di Wuhan |
In parole povere, i videogiochi hanno a che fare con delle morti virtuali: in ogni titolo ci troviamo a poter riutilizzare i nostri personaggi dopo la morte, e negli RPG è solito anche poterli resuscitare direttamente attraverso degli oggetti. Secondo Dong Shi quindi i bambini cominciano a credere che "possano essere resuscitati", anche nella vita reale. Lo studio rivela anche che i ragazzi delle superiori che usano videogiochi sono più stupidi dei bambini di quinta elementare che non ci giocano. Vi chiederete: quanti bambini e ragazzini sono stati intervistati? La risposta è: un numero indefinito!
Come è possibile che uno studio del genere, senza un numero degli intervistati, senza esplicitare le modalità dell'intervista, sia potuto esser pubblicato? E' molto probabile che l'accademia abbia seguito solamente le indicazioni del governo cinese, che ogni anno da delle dritte su cosa bisogna dire e non dire (e ultimamente sta spingendo molto sul fatto che i videogames siano collegati alla violenza). Il fatto che lo studio sia poco accademico dimostra che i risultati sono totalmente sbagliati: a parte rarissimi casi isolati non si sente mai parlare di masse di bambini che muoiono credendo di esser resuscitati, o che i videogiocatori siano più stupidi degli altri ragazzi. I videogiochi, anzi, tendono spesso a stimolare le facoltà intellettive, grazie ai vari enigmi che bisogna risolvere in molti titoli, e aiuta spesso ad imparare l'inglese (io stesso ho imparato buona parte di inglese grazie ai videogames). Insomma, come sempre si cerca di colpevolizzare i videogiochi con tesi senza senso, e forse sarebbe il caso di rendere i genitori più responsabili se i loro figli sono stupidi: non incolpare cose che non c'entrano nulla!
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