lunedì 14 ottobre 2013

Il flauto magico in Super Mario e altri stupidi motivi di nostalgia

Nel terzo livello del primo mondo di Super Mario 3, verso la fine, è presente una piattaforma bianca, una come tante. Quando si salta sopra questa piattaforma bianca non succede niente, ma se si tiene premuto il tasto giù nella croce direzionale per qualche secondo si manifesta un fenomeno alquanto strano: Mario cade dietro agli oggetti di sfondo del livello! L'effetto non dura a lungo ma se si prende una bella rincorsa si può raggiungere la fine del livello e passare dietro la zona nera dove normalmente finirebbe tutto. Cosa attende Mario oltre i confini stessi del gioco? Un glitch che blocca il gioco? Per fortuna no, dietro alla zona nera c'è Toad che come in altri punti del gioco ci offre degli oggetti. In questo caso però si tratta di solo un oggetto molto particolare e quasi unico, un flauto! Forse alcuni di voi conosceranno già questo trucchetto ma quando raggiunsi il flauto per la prima volta (e credo avevo all'incirca nove anni) la mia mente non poteva contenere tutta quella epicità: era una parte segreta del gioco e io l'avevo vista, le cose non sarebbero mai più state le stesse.


Si sto esagerando ma tutto questo è per esprimere un semplice concetto a cui pensavo qualche giorno fa: spesso tendiamo a snobbare i giochi moderni soprattutto per via del fatto che guidano il giocatore passo passo verso la fine. Allora cosa facciamo, li paragoniamo a roba veramente hardcore (se così si può definire) che abbiamo giocato da piccoli dicendo che quelli erano i veri giochi per il vero gamer. Ma non credo sia tanto la difficoltà a creare nostalgia quanto piuttosto il “misticismo” che si creava nei confronti di certi giochi. Facciamo un altro esempio: Sono sicuro che quasi ognuno di voi aveva un amico o un cugino (grande figura leggendaria della mitologia infantile) che sapeva come catturare Mew in Pokemon rosso o blu. Molte di queste teorie avevano a che fare con un camion da spostare in una zona della mappa visitabile una sola volta oppure con lo sconfiggere gli elite four un numero mostruosamente alto di volte. Niente di tutto questo funziona eppure tutti trovavano nuovi modi di interpretare la leggenda fornendo anche testimonianze “altamente attendibili” di come un loro conoscente abbiamo spostato il camion con un Charizard di lv 130. Se fosse successo in questo periodo con una veloce ricerca su internet il bambino in questione si sarebbe rivelato per ciò che era veramente: un piccolo mitomane in cerca di attenzioni e probabilmente al confronto sarebbe scoppiato in lacrime causando in lui un forte danno all'autostima che gli avrebbe fatto assumere comportamenti devianti in età adulta. C'est la vie, ma quando internet non c'era tutte le nostre informazioni potevano venire per l'appunto dai nostri coetanei o da qualche rivista, ovvero 10.000 lire per dei trucchi che non funzionavano e anteprime di giochi introvabili.

Il primo e  l'ultimo numero della storica rivista americana Nintendo Power
Quanta amarezza dietro a quelle riviste eppure anche loro coltivavano un certo clima che oggi mi viene difficile da descrivere, quel clima che rendeva speciali le partite di allora e che cerchiamo senza successo oggi. Era proprio il fatto che nessuno sapeva veramente niente del gioco a rendere magica ogni scoperta e ad ingrandire ogni piccola cosa. In Super Mario World c'è un posto segreto che grossomodo equivale alla warpzone di Super Mario 3 (il posto raggiungibile attraverso il flauto), si tratta della Star Road e penso chiunque ci abbia giocato sappia cosa sia. Arrivarci non mi fece lo stesso effetto del flauto anche perché altri miei amici l'avevano già scoperta e non mi sentivo più partecipe di qualcosa di segreto. Ci doveva essere qualcosa di più esclusivo che potevo trovare per poi poterlo sbattere in faccia a tutti (gli effetti collaterali di questo clima di ignoranza). Il fatto di poter condividere queste esperienze con altre persone faceva aumentare il valore della cosa rendendola più simile alla competizione sportiva anche se qua non si trattava solo di arrivare prima degli altri ma piuttosto di scoprire un tesoro come Indiana Jones.



In seguito scoprii che nell'ultimo livello dello Star World non c'era solo un uscita segreta ma bensì due e quest'ultima conduceva al posto più segreto del gioco, talmente segreto che anche nell'overworld appariva la scritta SPECIAL come per dire “stai trascendendo l'essenza stessa del videogioco, sentiti speciale (probabilmente anche un po' nel senso dispregiativo del termine)”. Altro non era che una serie di livelli molto difficili, ma forse è stato il fatto di averci speso così tanto tempo a trovarli a renderli speciali. Coi giochi di oggi ci passo molto meno tempo e forse è anche per questo che non li vedo all'altezza. Mi viene più facile cercare i segreti e le soluzioni su internet per arrivare alle parti più importanti, bruciandomi cose che gli sviluppatori hanno messo con la stessa cura degli sviluppatori di una volta. La password segreta di Hotline Miami serve per scoprire un po' di più della storia, ma se non avessi avuto internet e se qualche mio amico mi avesse detto dove trovare alcuni dei pezzi sarebbe stato come scoprire il flauto magico per la prima volta? Io penso di si.  

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