domenica 18 novembre 2012

Disney Hardcore: 5 giochi poco “casual”

I giochi su licenza Disney di oggi non sono sicuramente noti per la loro qualità, anzi se escludiamo la saga di Kingdom Hearts non rimangono altro che giochi che puntano solo sul marchio e sulla bella faccia dell'ennesimo divo di Disney Channel. Fortunatamente non è sempre stato così: In passato infatti non era raro trovare dei giochi veramente validi e diciamoci la verità, anche abbastanza difficili per il loro target di riferimento. Nella rubrica di questo mese vedremo 5 di questi giochi e vedremo un po' di pro e contro di ogni titolo. Pronti? Iniziamo!

Preparatevi a un salto nel passato!

The Lion King


Potrebbe sembrare un tipico platform anni '90 ed effettivamente lo è, tuttavia The Lion King è anche il platform che ha vinto il titolo di gioco dell'anno per Sega Mega Drive battendo Sonic the Hedgehog 3, un risultato notevole per un gioco su licenza Disney. Sviluppato da Westwood Studios (quelli che diventeranno famosi per Command & Conquer) e da Virgin Interactive per praticamente qualunque sistema esistente nel 1994, The Lion King racconta la storia dell'omonimo film mettendo il giocatore nei panni di Simba e occasionalmente in quelli di Timon e Pumba.

Il gameplay e la grafica sono sicuramente i punti forti del gioco, quest'ultima in particolare è stata curata dagli animatori Disney del film e mostra animazione fluide e colori sgargianti, forse anche troppo. Il gameplay è uno dei più vari per il genere, infatti Simba non potrà solo muoversi e saltare ma potrà anche ruggire e rotolare inoltre quando diventerà grande nei livelli più avanzati avrà a disposizione dei nuovi attacchi senza contare i livelli con regole particolari e i bonus game.


Si, ma quanto è hardcore? Parecchio, probabilmente The Lion King è uno dei giochi Disney più difficili in assoluto anche se a volte la difficoltà è forzata a causa di controlli un po' troppo rigidi. Questo è un gioco dove si muore molte volte indipendentemente dal livello di difficoltà e si va avanti perché si sono memorizzati gli schemi. I combattimenti in particolare risultano difficili questo perché il piccolo Simba non ha attacchi veramente utili e uno di questi, il ruggito, richiede anche una specie di tempo di ricarica. Ironicamente negli ultimi livelli il gioco diventa leggermente più facile perché Simba adulto oltre ad essere più grande è anche avvantaggiato dalla capacità di avere ulteriori attacchi e un ruggito sensibilmente potenziato.

Disney's Magical Quest


Una delle cose che saltano all'occhio appena si avvia Disney's Magical Quest è lo sfavillante marchio Capcom che con la sua musichetta sembra volerci rassicurare sulla qualità del prodotto e in effetti dopo i primi minuti di gioco si possono già notare diversi tocchi di classe. Pur essendo un platform Magical Quest prende in prestito alcune meccaniche dagli rpg tra cui la possibilità di acquistare oggetti che potenziano il personaggio e il suo abbigliamento.

Topolino infatti non si limiterà a saltare sopra i nemici o a lanciargli addosso i blocchi trovati per il livello ma avrà a disposizione diversi costumi che gli garantiranno abilità speciali. Ad esempio il costume da mago gli permetterà di attaccare a distanza con la magia e di immergersi in acqua senza annegare. Queste abilità saranno essenziali per proseguire nei livelli e salvare Pluto (si, è questo l'obiettivo del gioco)


Si ma quanto è Hardcore? In verità non molto, il gioco risulta piuttosto semplice da finire anche se per trovare tutti i negozi e le aree segrete ci vorrà comunque molto tempo, tempo che il giocatore medio probabilmente non avrà voglia di spendere perché il gioco non dispone di una funzione di salvataggio. Nei capitoli successivi della serie le cose però cambiano: In Magical Quest: Starring Mickey & Minnie e in Magical Quest: Starring Mickey & Donald (purtroppo rilasciato in europa solo per Gameboy Advance) l'esperienza di gioco diventa un po' più difficile. Per facilitare il giocatore in questi capitoli viene implementata la possibilità di salvare e giocare in co-op simultaneo, cosa abbastanza rara all'epoca e forse non implementata neanche troppo bene.

Donal Duck In Maui Mallard


Donald Duck in Maui Mallard (conosciuto anche come Maui Mallard in Cold Shadow) è uno dei giochi Disney più atipici in assoluto, un gioco che racconta una storia semplice ma con dei personaggi fuori dagli standard a cominciare dal protagonista. Tecnicamente il personaggio controllato dal giocatore è Paperino o Donald Duck se preferite tuttavia in questo gioco è come un attore che interpreta un ruolo, il ruolo di Maui Mallard un detective che deve indagare sulla sparizione di un idolo tribale di un isola tropicale.

Fin qui niente di strano ma incominciando a giocare si cominciano a vedere un paio di dettagli che stonano con il famoso stile Disney. Innanzitutto l'atmosfera molto più dark e spettrale che contrasta con l'ambientazione tropicale e poi lo stesso Maui Mallard che ha come arma principale una pistola che spara insetti e che dopo il primo livello è in grado di trasformarsi in un ninja chiamato Cold Shadow. Questa particolare scelta stilistica è venuta proprio dalla stessa Disney che a metà degli anni '90 aveva deciso di creare nuove serie con contenuti più maturi che potessero essere apprezzati anche dalle persone più grandi (chi si ricorda gli albi di PK o la serie Darkwing Duck?), Donald Duck in Maui Mallard è stato uno dei risultati di questa operazione che sfortunatamente non ha mai avuto un seguito.


Si ma quanto è hardcore? Dipende, esistono tre versioni del gioco, una per Sega Mega Drive, una per Super Nintendo e una per Pc e tutte e tre sono diverse in termini tecnici e di gameplay. Quella per Sega Mega Drive è probabilmente la più hardcore: i livelli sono più difficili, i “proiettili” finiscono e quando Maui Mallard si trasforma in Cold Shadow perde costantemente energia yin yang. La versione pc è molto simile a questa ma può anche vantare di una grafica e un suono migliore oltre a qualche cambiamento di gameplay. Il porting sul Super Nintendo è invece qualcosa di molto diverso, in questa versione Maui non finisce mai i proiettili e non perde energia dopo la trasformazione inoltre molti livelli sono stati semplificati o completamente cambiati. Se avete un Super Nintendo però è lo stesso altamente consigliato prendere questo gioco che rimane godibile e con una musica forse anche migliore della versione Pc!



Aladdin


Chi ama il retrogaming è molto probabile che abbia già sentito parlare del gioco Aladdin. In realtà non è un gioco solo ma due! Infatti come in Maui Mallard in Cold Shadow anche questo titolo cambia in base alla piattaforma, solo che questa volta in modo molto più radicale; si tratta infatti di due diversi sviluppatori con due filosofie di gameplay diverse. Da una parte ci sono i ragazzi della Virgin Interactive che nella versione per Sega Mega Drive han sviluppato un gioco davvero spettacolare per l'epoca utilizzando particolare metodo per rendere le animazioni talmente fluide da sembrare prese direttamente dal film!

Dall'altra parte c'è la Capcom che non potendo contare sugli animatori e compositori Disney nella versione per Super Nintendo ha invece fatto quello che sa fare meglio ovvero creare un platform semplice ma non per questo inferiore in qualità. Ancora oggi ci si chiede quale dei due titoli sia il migliore ma si sa, è questione di preferenze e nel caso vi stiate ancora chiedendo quanto sono effettivamente diversi eccovi un video di confronto.



Si ma quanto sono Hardcore? Entrambi lo sono, forse non molto nei primi livelli dove si avanza abbastanza facilmente ma poi la curva di difficoltà aumenta. Personalmente poi come in tutti gli altri giochi sviluppati dalla Virgin Interactive trovo i comandi un po' troppo scomodi e anche se è un piacere per gli occhi vedere Aladdin destreggiarsi per Agrabah con così tanta fluidità è anche vero che se si cerca qualcosa di più tecnico bisogna puntare sul titolo Capcom.

Mickey Mania


Conosciuto sulla prima Playstation come Mickey's Wild Adventure questo titolo è uno dei giochi Disney più conosciuti. Il motivo è facilmente intuibile; si tratta infatti di un gioco che ripercorre i primi 62 anni di vita di Topolino dalla prima apparizione in Steamboat Willie fino al corto The Prince and the Pauper del 1990. La presentazione grafica è notevole considerando le limitazioni per l'epoca e il gameplay è abbastanza vario per tenere incollato il giocatore con la curiosità di vedere il prossimo episodio.

Il gioco è infatti diviso in episodi che poi caratterizzano i temi del livello ed è probabilmente grazie a questo che il gioco riesce a catturare bene la cosiddetta “Magia Disney”. Si inizierà da Steamboat Willie in un nostalgico bianco e nero e man mano che avanzeremo il mondo comincerà a colorarsi e a introdurre nuovi personaggi. Se si prendono le versioni su CD (Il massimo della tecnologia per l'epoca) sarà anche possibile vedere dei timidi effetti 3d accompagnati da una musica decisamente migliore e a un Topolino che dirà occasionalmente qualche frase.


Si ma quanto è hardcore? Come dice la pubblicità del gioco “No Goofy, No Minnie, No Mercy”. Il gioco non mostra pietà per il giocatore che si ritrova a districarsi in un platform dove non esistono potenziamenti e dove è estremamente facile morire. La difficoltà principale sta nel fatto che praticamente tutto nel livello cerca di uccidere il povero Topolino. Ci sono dei coltelli appesi alla parete? Cadranno appena si passerete sotto. Avete distrutto degli scheletri? Le loro ossa potranno colpirvi. Unite tutto questo al fatto che non esiste sistema di salvataggio ed ecco a voi uno dei giochi più hardcore degli anni '90!

Nessun commento:

Posta un commento