sabato 23 febbraio 2013

Ni No Kuni, un'interpretazione metaforica

Il magnifico lavoro targato Level-5 e Studio Ghibli, "Ni No Kuni, la Minaccia della Strega Cinerea", è nei nostri salotti da quasi un mese. Sui più importanti siti abbondano recensioni molto positive, con voti che spesso sfiorano il massimo. Chiaramente ci troviamo di fronte ad uno dei più grandi JRPG degli ultimi anni, e con tutta probabilità merita i migliori commenti sul web. Nonostante si possa trovare recensioni, consigli, guide e solidali dichiarazioni d'amore da parte dei fans dello studio di Hayao Miyazaki, si ha un po' di difficoltà nel leggere qualcosa di più profondo, e credo che dedicare un articolo a una teoria metaforica su Ni No Kuni sia necessario. ATTENZIONE: questo articolo contiene SPOILER sulla TRAMA.

ni no kuni cassiopea strega cinerea

Ciò che mi ha colpito una volta sconfitto l'ultimo boss (dopo almeno 40-50 ore di gioco) è stata la mancanza di un vero e proprio finale, tanto è che ho spulciato internet per scoprire se esistessero dei finali alternativi (magari completando il gioco al 100%), ma così non è. Siamo spesso abituati, soprattutto nei JRPG, a conclusioni degne di un film colossal, della durata di decine e decine di minuti. In Ni No Kuni la scena finale dura si e no 1-2 minuti, con la semplice "redenzione" della Strega Cinerea, ritornata buona e pronta ad aiutare il mondo. Nemmeno un ultimo filmato con i disegni dello Studio Ghibli insomma! Inizialmente ci sono rimasto molto male, perchè effettivamente dopo tante ore giocate mi sembrava giusto che il videogiocatore potesse godersi una fine felice per più di qualche secondo... ma questo fatto mi ha portato a pensare.

Cercando di non essere troppo pesante, proverò a spiegare questa "teoria metaforica" che mi è balenata nella mente. Un finale così scarno è probabilmente stato scelto proprio per il fatto che il videogiocatore potesse passare parte del suo tempo a pensare a ciò che aveva passato durante l'intero gioco: partendo dalla perdita della madre del piccolo Oliver, alla scoperta del nuovo mondo, alle avventure affrontate, alle persone aiutate e alla sconfitta del male. Ho pensato: chi è veramente Oliver? Questo piccolo ragazzino che deve prima sopportare un evento tragico e poi, per porre rimedio, deve cercare di salvare un altro mondo, strettamente collegato al suo. Ci si pone davanti il classico eroe dal cuore puro (il cosiddetto "prescelto", come più volte sottolineato durante il gioco) che avrà la possibilità di diventare un mago, capace di curare i cuori delle persone semplicemente prendendo l'eccedenza di qualità da altra gente per poi portarle a chi ne ha mancanza. Probabilmente gli sviluppatori hanno voluto che questo gesto rappresentasse l'importanza di aiutare il prossimo nella vita reale: l'idea di donare parte dei propri valori e renderli a chi ne ha bisogno è proprio ciò che rende la nostra società un mondo migliore in cui vivere.

ni no kuni famiglio botta

Oliver avrà massimo 10-11 anni, e si ritrova ad aiutare tutte persone adulte. Anche questo mi ha fatto riflettere: è risaputo che i bambini siano più puri degli adulti, e forse gli sviluppatori volevano lasciare il messaggio ai videogiocatori di una certa età di essere più disponibili con i bambini, perchè attraverso loro si diventa persone migliori e più felici. In Ni No Kuni il fatto che i cosiddetti "Cuorinfranti" siano spesso persone di rilievo, come i sovrani dei tre regni, porta a pensare che essere responsabilizzati porta a un quantitativo di stress tale da rendere le loro menti e le loro anime essenzialmente vuote di fronte a ciò che li circonda (essendo estraniati dai veri problemi del mondo reale): verranno curati da un comune bambino, un altro indizio per farci intendere che anche le persone "importanti" devono porsi allo stesso livello delle altre, perchè si è diversi nel patrimonio ma non nel cuore.
 
ni no kuni oliver alicia

Un'ultima cosa a cui ho pensato è che Oliver possa avere immaginato tutta la sua avventura. Il fatto di perdere la madre quando si è ancora bambini è chiaramente una delle cose più brutte che possa succedere, ma Oliver potrebbe aver superato il trauma aprendo la sua immaginazione: trasformare il suo pupazzo nel re delle fate, sua madre nella Grande Saggia dell'altro mondo e se stesso l'eroe prescelto. Si sa che i bambini hanno molta più immaginazione degli adulti, e quindi nella sua mente potrebbe essere scattato un meccanismo di isolamento dal mondo (e in effetti appena dopo la morte di Alicia, Oliver passa molti giorni solo nella sua cameretta) che lo ha portato a viaggiare attraverso un mondo magico completamente creato da lui... per poi superare lo shock capendo che sua mamma veglierà sempre su di lui, come lo stesso Oliver afferma durante la fine del gioco.

Questo è ciò che ho pensato una volta finito il gioco! Naturalmente sono considerazioni personali, non vi è nulla di oggettivo in quello che ho scritto. Se anche voi avete delle teorie riguardanti Ni No Kuni non esitate a commentare!

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