giovedì 9 gennaio 2014

Il meglio e il peggio della settima generazione di videogiochi

Nonostante la next-gen sia ormai nei salotti e nelle camere di molti videogiocatori, la settima generazione di console è ancora viva e vegeta e lo sarà per almeno un altro anno se non di più. E' stata un era in cui le novità sono abbondate e, a mio modesto parere, alcune hanno contribuito a far scendere di qualità l'intero settore: per fortuna altre opportunità sono state colte al volo per dare nuova linfa ai videogiochi.


Il Boom dei First-Person Shooters
Lo ammetto, non sono mai stato un grande appassionato di questo genere, però ricordo che da bambino, quando alcuni amici ci giocavano, li guardavo con un occhio decisamente diverso da come li vedo ora. Insomma, fino a una decina di anni fa quando acquistavi un Medal of Honor o titoli simili ti portavi a casa un videogioco ben fatto per l'epoca, che ti impegnava per ore ed ore. Cosa sono gli FPS ora? Una massa di contenuti online e campagne in singolo da 3-4 ore; titoli che escono di anno in anno con miglioramenti incrementali veramente minimi, perché le software house sanno che venderanno ugualmente. Non stiamo qui a spiegare i motivi di questo successo degli FPS negli ultimi anni, diciamo solo che l'online ha peggiorato la qualità intrinseca del genere: è pur vero che un gioco deve far divertire, però si è presa una direzione veramente troppo commerciale. Speriamo che almeno Titanfall riesca a implementare bene le innovazioni per rendere il genere un po' meno clichè.
Voto: 3

Downloadable Content, maledetti DLC!
I contenuti scaricabili non sono nati nella settima generazione, bensì in quella precedente (se volessimo essere più precisi un precursore dei DLC è risalente all'Atari 2600!). Nonostante ciò, i contenuti a pagamento sono stati introdotti solo da qualche anno. Negli anni '90 e primi anni 2000 eravamo abituati alle cosiddette "espansioni" per giochi PC, che integravano i titoli già in commercio con tantissime cose in più. I DLC odierni sono, per la maggior parte (fortunatamente ci sono eccezioni che richiamano le vecchie espansioni) contenuti che servono a poco e niente: una missione aggiuntiva, un oggetto, un bonus, una mappa ecc ecc. Insomma, vuoi un gioco completo? Oltre a spendere 60 euro dovrai spenderne altri 60 per scaricare il resto!
Voto: 3 e mezzo


Online
Nonostante internet avesse cominciato ad assumere dimensioni abbastanza pesanti nell'industria dei videogiochi ben prima della settima generazione (con riferimento chiaramente ai giochi per PC), l'online, per i motivi sopra citati, ha causato indirettamente degli effetti che hanno minato la qualità del settore. A tutti quelli che criticano l'avvento massiccio dell'online nel mondo delle console gli si rinfaccia spesso come aggiornamenti e patch siano talmente importanti per i videogiochi che ormai non se ne può più fare a meno. E' innegabile che negli anni '80, '90 e primi del 2000 alcuni videogiochi fossero rilasciati con dei bug o glitch, ma il discorso dovrebbe essere ampliato: gli errori presenti nei titoli di vecchia data erano complessivamente pochi (almeno per i titoli più conosciuti) e, anzi, i videogiocatori passavano ore ed ore a cercare in ogni singolo pixel qualche bug, per molti era quasi più divertente fare questo che giocare "normalmente". Ora cosa fanno le software house? Affrettano i tempi e rilasciano titoli pesantemente buggati con la scusa "tra poco rilasceremo una patch che risolverà i problemi". Grazie al cavolo, così non si perde tempo a fare soldi eh!
Voto: 5


Alta Definizione
Fino a qualche annetto fa non mi ero mai lamentato di come si vedessero i videogiochi sulla mia tv a tubo catodico, ma una volta vista la qualità dell'alta definizione ho fatto un bel salto dalla sedia. Il settore ha beneficiato tantissimo delle risoluzioni 720p e 1080p che andavano praticamente a raddoppiare la definizione a cui eravamo abituati prima. Non a caso, nella folta mediocrità dei titoli di settima generazione, alcune software house hanno deciso di riproporre vecchie glorie in HD. Basta pensare a come è riuscito a resuscitare Zelda: Wind Waker con l'alta definizione, sembra quasi un altro gioco rispetto a quello del Game Cube.
Voto: 7


Digital Delivery
Per chi segue i videogiochi anche sui social network è probabile che vi compaiano nella home più riferimenti a Gabe Newell che a PlayStation 4. Steam e altre piattaforme di Digital Delivery hanno rivoluzionato la vendita dei videogiochi su pc. Quando la pirateria cominciava a dilagare, ecco arrivare i prezzi stracciati di Steam: scegliere di pagare pochi euro per avere un titolo originale, su una piattaforma che ti gestisce salvataggi e aggiornamenti, oltre ad avere una comunità per il gioco online, è stata fin da subito una scelta di molti. Come ben saprete nei periodi di saldi si fanno dei veri e propri affari, e spesso aspettare qualche mese per videogiochi nuovi può essere un investimento di tutto rispetto: invece di 60 euro potreste accaparrarvi un titolo per meno di 10!
Voto: 8 e mezzo


Indie
Personalmente, ma credo anche molti di voi, una decina di anni fa non mi sarei mai aspettato di potermi godere tanti videogiochi in 2D o sviluppati con motori grafici non di ultima generazione negli anni post-2000. Il settore indipendente è l'ancora di salvezza della settima generazione. Tantissime persone, in solitaria o in piccoli gruppi, si sono dati da fare, facendo moltissimi sacrifici, per creare dei titoli da vendere online. Cosa ha fatto si che i videogiochi indipendenti abbiano avuto così tanto successo negli ultimi anni? Probabilmente bisognerebbe scriverci un libro per una spiegazione esauriente. Diciamo solo che se da una parte le grandi software house hanno deciso di investire sempre più in titoli di tipo commerciale, quelle indipendenti si sono concentrati su giochi dalla qualità intrinseca, con grosse novità di gameplay, trama e tante altre idee: la cosa ha attirato i videogiocatori di vecchia data, che hanno così potuto ricordare i bei tempi in cui videogiocare era un vero lusso. Anche le grandi software house sono ora obbligate a sperimentare sempre di più proprio per non perdere terreno sulle nicchie. Non tutto è oro quel che luccica: purtroppo si vedono anche molti indie di qualità pessima dato che alcune persone hanno notato la profittabilità del settore e provano a mettere online di tutto pur di guadagnarci qualche spiccio. Questo è l'unico aspetto che non mi permette di dare il voto massimo, ma posso assicurare che gli Indie sono stati la migliore cosa della settima generazione.
Voto: 9 e mezzo

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