Una delle cose che non riesco a capire è perché i film sui videogiochi non riescono ad essere prodotti di successo, se ci si pensa la trama di molti giochi non ha niente da invidiare rispetto a tanti film pluripremiati eppure si sbaglia sempre qualcosa e si finisce col produrre il solito film di scarsa qualità e nel migliori dei casi un cult. Nella rubrica di questo mese guarderemo proprio queste opere iniziando con 5 film che rappresentano 5 famose serie di picchiaduro e tenteremo di capire dove hanno sbagliato e dove invece hanno fatto un ottimo lavoro. Pronti? iniziamo!
Tekken (2010)
il film di Tekken ha una lunga storia, basti pensare che il primo annuncio ufficiale della pellicola risale al 2002, da allora tra modifiche alla sceneggiatura e cambi di regia son passati molti anni e quando pensavamo di non vederlo più ecco che nel 2010 esce il film che noi ragazzini cresciuti con Tekken 3 su Playstation aspettavamo da tanto, tanto tempo.
Dopo essermi gasato col trailer ricordo ancora il senso di delusione una volta uscito dalla sala. “Perché siamo andati a vedere questa porcheria?” era la domanda che girava nella mia testa e che i miei amici continuavano a chiedermi. E’ difficile definire quale sia davvero il problema perché più o meno tutto nel film è in un qualche modo sbagliato, a partire da una trama che con Tekken il gioco non ha niente a che vedere se non per il fatto che c’è un torneo chiamato Iron Fist dove dei personaggi simili a quelli Tekken combattono. Combattono per cosa? Nessuno a parte il protagonista Jin ha un vero motivo per combattere ed è un vero peccato perché nel gioco ognuno ha qualcosa che lo conduce al torneo e sarebbe stato bello vedere un po’ di questa caratterizzazione anche nel film.
I personaggi e il cast: Nessun nome famoso, la maggior parte del cast è formata da stuntman e lottatori piuttosto che da attori veri e propri. Questo vale anche per il protagonista, Jon Foo che interpreta Jin
Nel film appaiono quasi tutti i personaggi principali di Tekken, come Kazuya, Raven, Yoshimitsu e Steve Fox che stranamente è stato rappresentato in modo molto diverso dal videogioco. Non mancano inoltre le ragazze come Christie o Nina che come ci si poteva aspettare servono principalmente al fanservice. Come ci si poteva aspettare le interpretazioni non sono state eccezionali e nonostante la cura messa nei vestiti e nei makeup il risultato è abbastanza scarso
Le scene di lotta: Uno dei pochi punti positivi, certo non saranno dei capolavori del cinema di arti marziali ma sono comunque molto piacevoli e con una buona fotografia. L’unica pecca è la durata: infatti per farci stare più battaglie possibili gli sceneggiatori hanno infilato una scena di lotta dietro l’altra, un po’ per mostrare tutti i personaggi e un po’ per coprire le mancanze della trama.
The King of Fighters (2010)
Nello stesso anno del film di Tekken usciva anche il film di King of Fighters (Kof), una saga un po’ meno conosciuta della precedente e che forse per questo motivo non è riuscita nemmeno ad andare sul grande schermo. Il film è stato infatti rilasciato “Direct-to-dvd” per il mercato statunitense, risparmiandosi così le critiche internazionali.
Dal trailer si capisce poco ma la trama alla fine è sempre la stessa: c’è un torneo dove i lottatori più forti devono darsele di santa ragione e dove uno alla fine diventerà vincitore assoluto. In questo caso il torneo è in un altra dimensione dove i lottatori viaggiano attraverso delle auricolari bluetooth alimentate da tre antiche reliquie giapponesi (si, è esattamente così!).
I personaggi e il cast: Un problema di Kof credo sia proprio questo. I personaggi non assomigliano molto alle loro controparti videoludiche, ad esempio Kyo il protagonista (Sean Faris) non è asiatico, Rugal l’imponente boss tedesco è interpretato da Ray Park, uno stuntman basso dal marcato accento inglese e poi Mai Shiranui (Maggie Q), un personaggio ben noto per certe qualità che purtroppo l’attrice non possiede
Scene di lotta: Decisamente la parte peggiore
Come si può vedere c’è un enorme utilizzo di effetti speciali, tra cui lampi e fulmini fatti nel tentativo di emulare quelli del videogioco, una bella idea che sarebbe anche riuscita se non fosse che la qualità del tutto ricorda i filmati amatoriali di chi ha appena messo le mani su un programma di effetti speciali. Inoltre l’uso dei fili per far saltare più in alto gli attori è davvero troppo evidente il che unito a un lavoro di telecamera abbastanza scarso peggiora drasticamente ogni scena di combattimento.
DOA: Dead or Alive (2006)
Quando il film di Dead or Alive era in lavorazione qualcuno deve aver pensato che la pellicola, se voleva avere un po’ di successo, non doveva focalizzarsi su uomini asiatici intenti a distruggersi con improbabili colpi segreti ma piuttosto su donne carine possibilmente seminude. Per evitare che tutto ciò diventasse un porno softcore era però necessario aggiungere una trama, qualche scena di lotta, qualche battuta stupida e soprattutto una qualche somiglianza col gioco.
Fanservice a parte devo però ammettere che il film non è così terribile come i due visti in precedenza e forse il motivo principale è che il regista non ci prova neanche a sembrare serio. Il film è tutto un susseguirsi di battute e donne che combattono con qualche intermezzo semiserio del tipo “Ora la pagherai per aver fatto questo a mio fratello!” e con un cattivo che come al solito vuole diventare il più forte di tutti e conquistare il mondo.
I personaggi e il cast: I personaggi principali ci sono quasi tutti e sono resi anche discretamente bene, forse Devon Aoki non ha l’aspetto giusto per fare la protagonista del film, Kasumi però tutto sommato non è male
Tra i maschi invece segnalo Kevin Nash che interpreta Bass il pro wrestler padre di Tina, una delle protagoniste. Kevin Nash è un pro wrestler abbastanza famoso anche nella vita reale nonché una delle ispirazioni per creare il personaggio da parte degli sviluppatori della serie! Sottotono invece Ryu Hayabusa, interpretato da Kane Kosugi, protagonista di un altra serie famosa (Ninja Gaiden) a cui però è stato dato poco spazio in questo film.
Le scene di lotta: Purtroppo le scene di lotta di DOA non sono niente di eccezionale e spesso cadono nel ridicolo soprattutto considerando l’estensivo uso dei fili e di effetti sonori più adatti a un film comico
Street Fighter (1994)
Facciamo un salto nel passato e diamo un occhiata a Street Fighter, un film uscito in un epoca dove Street Fighter II era il videogioco di cui tutti parlavano e attraverso il quale si risolvevano le sfide da veri uomini! Naturalmente qualcuno doveva sfruttare l’onda di popolarità del gioco e magari infilarci anche i bicipiti di Jean-Claude Van Damme, un’altra figura di successo dell’epoca.
Stranamente il film si dissocia dalla storia di Street Fighter (il solito torneo tra i migliori lottatori) e si inventa uno scenario di fantapolitica dove bene o male si ritroveranno coinvolti tutti i personaggi del gioco con risultati incredibilmente trash.
I personaggi e il cast: Se siete fan di Street Fighter avrete notato subito una cosa: il protagonista non è Ryu! Sarà stata l’esigenza del copione oppure una semplice ragione di patriottismo ma il vero protagonista del film è l’americanissimo Guile interpretato da Jean-Claude Van Damme purtroppo senza il caratteristico taglio di capelli a spazzola del personaggio Capcom
Ma allora che fine ha fatto Ryu, il guerriero errante? Nel film lui e il suo amico/rivale Ken sono dei truffatori che vengono inseriti forzatamente nella storia così come succede a tanti altri personaggi della serie. Sembra infatti che lo scrittore della sceneggiatura abbia voluto dire “Mi dispiace che tutto questo non abbia la minima continuità con la storia di Street Fighter, per scusarmi eccovi tutti i personaggi della serie infilati qua e là!”.
Le scene di combattimento: Ammetto che non amo particolarmente i combattimenti nelle pellicole di Van Damme, più che altro perché il suo stile di lotta in quasi tutti i suoi film si limita a qualche pugno e a un calcio rotante ripetuto all’infinito. In questo film non è da meno.
Purtroppo gli altri combattimenti sono anche peggio, complici anche i metodi molto casalinghi per fare gli effetti speciali, come ad esempio l’hadoken di Ryu che consiste nel far mettere le mani dell’attore in posizione e far lampeggiare di bianco per un attimo lo schermo!
Mortal Kombat (1995)
Siamo sempre negli anni ‘90 e proprio un anno dopo Street Fighter ecco che esce Mortal Kombat il film sull’allora violentissima serie di piacchiaduro a cui nessuno (che io sappia) ha mai giocato per il gameplay ma piuttosto per sentire due parole: “Finish Him!” e “Fatality”
A contrario di tutti gli altri film visti finora Mortal Kombat non è finito nel dimenticatoio ma rimane un cult per i fan della serie basti pensare a tutti i media correlati usciti in seguito come serie tv, cartoni animati e anche una recente webseries. Il perché è semplice: la storia non è eccessivamente complicata ma nemmeno ridotta a un semplice torneo (anche se comunque rimane il pretesto principale) e segue abbastanza fedelmente le vicende del videogioco. Una nota di merito del film è anche quella di aver creato la “famosa” theme music di Mortal Kombat, che altro non è che un pezzo techno con le voci del gioco
I personaggi e il cast: I lottatori del primo gioco ci sono tutti (anche il personaggio segreto Reptile!) e sono resi discretamente bene a partire dai protagonisti ovvero Liu Kang (Robin Shou), Johnny Cage (Linden Ashby) e Sonya Blade (Bridgette Wilson). Da segnalare inoltre Christopher Lambert che fa un ottimo lavoro nell’interpretare Raiden e che sfortunatamente non ritornerà nel seguito.
Le scene di lotta: Anche qua c’è un uso abbastanza intenso di fili ma il risultato non è assolutamente brutto anche perché le coreografie di combattimento sono fatte bene e nel pieno rispetto della serie videoludica, quindi oltre alle arti marziali aspettatevi di vedere qualche mossa tipica dei personaggi e soprattutto qualche Fatality!
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