giovedì 31 gennaio 2013

L'ingrato lavoro del gamepad: 10 controller molto particolari

Il joystick, il pad, lo stick, il controller o anche semplicemente il “robo” o il “coso” sono tutti termini che usiamo per descrivere una periferica molto particolare, una periferica in grado di rendere interattivo il gioco e di trasformare le nostre intenzioni in input che una console è in grado di capire. Quello del controller però è un lavoro molto ingrato, spesso infatti si lodano le caratteristiche tecniche delle console oppure i giochi che essa ha a disposizione ma molto difficilmente viene lodato un gamepad. Eppure sono tutti pronti a dare la colpa al pad non appena si nota una certa rigidità di controllo o una bassa ergonomia per non parlare poi di tutti i voli contro il muro che rischia di farsi quando un giocatore è in preda alla rabbia. Noi di GamingMole abbiamo deciso quindi di dedicare la rubrica di questo mese ai controller per console e di raccontarne un po' la storia attraverso 10 esempi molto particolari. Pronti? Iniziamo!


Magnavox Odyssey

In principio non vi era nulla, niente ragazzini che dicevano quant'era bello il loro Atari o il loro Nintendo, poi in un giorno del lontano 1972 l'odissea del gaming iniziò e venne rilasciato il Magnavox Odyssey, ovvero la prima console in grado di offrire intrattenimento elettronico alle case dei cittadini americani. Il controller come potete vedere è molto rudimentale ed essenzialmente formato da due manopole, una che muove l'asse orizzontale e una che muove l'asse verticale nonché un pulsante di reset al centro. Esatto niente bottoni di gioco o stick analogici, solo manopole in grado di dare al gamer dell'epoca quell'affascinante manualità da radioamatore che tenta di sintonizzarsi sulla sua frequenza preferita.
La particolarità: Prima del Maganvox non esisteva niente di simile di conseguenza tutto all'epoca era rivoluzionario e particolare, peccato poi che il sistema di manopole sia essenzialmente morto nel corso degli anni.

Powerglove

"Now i'm playing with power!"
Il pad del Nintendo era ottimo: una croce direzionale, due bottoni principali più i classici start e select, perché proporre altri controller per la stessa console? Siamo negli anni 80 ed è probabilmente quel periodo in cui alla Nintendo è saltato in mente l'idea di dover innovare a tutti i costi e tra i vari tentativi è saltato fuori questo Powerglove. Attraverso questo strano controller il giocatore è in grado di usare la propria mano per eseguire qualunque tipo di comando, insomma il futuro era davvero a portata di mano!
La particolarità: Nonostante il marketing pesante (appare persino in un film!) il powerglove è stato un flop, questo perché non funzionava mai come doveva! Il concetto alla base di tutto questo però non è stato dimenticato ed è anche grazie a questo guanto che oggi ci ritroviamo il motion control della wii

Virtual boy


Rimanendo in tema di avanguardia tecnologica è opportuno citare anche il Virtual Boy probabilmente il più grande fallimento targato Nintendo. Ma evitiamo di parlare della console in sé (dove purtroppo sono concentrati la maggior parte dei problemi) e concentriamoci sul controller: la prima cosa che salta subito alla vista sono le due croci direzionali, una non era abbastanza? Perché uno dovrebbe usarne due contemporaneamente? In realtà la scelta per quanto possa sembrare insensata ha una sua logica. Lo scopo del Virtual Boy era quello di dare un illusione di realtà virtuale attraverso immagine percepite in 3d e per poter giocare in questi ambienti bisognava avere un controller in grado di gestire ben tre assi di movimento cosa che questo controller era in grado di fare! Peccato che alla fine i videogiochi per Virtual Boy erano ben lontani dall'idea di realtà virtuale e spazio 3d promesso...
La particolarità: Essendo spacciata per una console portatile (e chi non ci avrebbe giocato in giro?) il Virtual Boy necessita di batterie che però non vanno inserite nella console principale ma bensì nel controller!

Philips Cd-i


All'inizio degli anni '90 molte società si mettono in gara per entrare nel mercato videoludico, tra queste c'è anche Philips che propone una console travestita davideoregistratore. Guardate il controller, quello è un telecomando! Ci sono anche i tasti play, pause e stop! Eppure secondo Philips quello era un ottimo gamepad per giocare ai divertentissimi giochi del Cd-i
La particolarità: In realtà Philips voleva introdurre sul mercato una macchina ibrida cioè non solo console, ma anche lettore cd e computer e il controller rispecchiava appieno questa scelta peccato che alla fine non andava bene per nessuno dei tre compiti.

3do


Una console che costava 599 dollari al lancio (e parliamo di quasi 20 anni fa) doveva per forza essere avanti su tutto, questa console doveva rappresentare la vera potenza e la vera qualità di gioco raggiungibile solo attraverso il migliore hardware! Peccato ritrovarsi a giocare su un controller plasticoso e rigidissimo (tralaltro al giorno d'oggi non è facilissimo trovarne uno perfettamente funzionante) spudoratamente copiato dal Sega Mega Drive.
La particolarità: La console ha un solo slot per il gamepad, questo però non significa che solo voi potete godere dei 599 dollari di pura potenza ma potete comunque giocare insieme a qualcuno, come? Basta guardare il retro del controller, lì è presente uno slot al quale collegarne un altro e così via fino a un massimo di 8 controller collegati tutti assieme!

Atari Jaguar


L'Atari Jaguar è stata l'ultima console americana prima dell'arrivo in campo di Microsoft con L'Xbox. Guardando il controller si possono già capire diversi motivi sul perché il Jaguar non ha funzionato. Per la prima volta Atari decide di abbandonare gli stick per utilizzare una croce direzionale come facevano tutte le console dell'epoca, una bella idea se non fosse praticamente sul bordo e in pendenza. Perché poi uccidere in questo modo l'ergonomia di un controller? Ma per far spazio a un inutile tastierino numerico!
La particolarità: stranamente l'usanza di mettere dei tastierini numerici nei controller delle console era abbastanza diffusa negli anni '80 fortunatamente però l'Atari Jaguar è stata l'ultima a farlo.

Sega Saturn


Non credo che questo controller abbia bisogno di descrizioni particolari, guardatelo! Immaginate di giocare al Sega Saturn con questa specie di frisbee, vi fanno già male le mani vero?
La particolarità: In realtà l'enfasi di questo controller non è tanto sulla forma ma sullo stick analogico un componente che ormai diamo per scontato ma che nel periodo del Sega Saturn era una vera e propria novità.

Dreamcast

Il Dreamcast è probabilmente una delle migliori console mai create, ma con un controller del genere è davvero difficile prenderlo sul serio. Il pad sembra un incrocio tra quello mostrato sopra e un astronave di Star Trek e come potete immaginare l'ergonomia non è il massimo. Tuttavia lo stick e i pulsanti fanno il loro lavoro egregiamente e dopo diverso tempo passato a giocarci è impossibile non amarlo.
La particolarità: nello slot al centro si inserisce la memory card del Dreamcast. Il bello è che sulla memory card è presente anche uno schermo lcd che mostra immagini diverse in base al gioco. Inoltre l'unita di memoria possiede dei bottoni con i quale è possibile giocare a dei minigiochi.

Gamecube


L'ultimo vero controller stile classico della Nintendo. Che dire non ci si capisce niente, un sacco di forme e colori diversi eppure dopo averlo usato per un po' tutto incomincia ad aver senso.
La particolarità: I tasti dorsali in realtà sono grilletti che se premuti fino in fondo fanno clic aggiungendo di fatto altri due tasti al controller.

Il controller di Steel Battalion
 

Diciamoci la verità controllare un robot con un semplice controller come quello dell'xbox non da molta immersione. Alla Capcom devono averci pensato molto su come risolvere questo problema e per questo motivo Steel Battalion è uscito con un esclusivo controller su misura. Chiamarlo controller è però molto riduttivo: si tratta di una postazione da battaglia con 3 pedali, 2 joystick e 40 tasti in grado di fare tutto quello che vi viene in mente (c'è anche un tasto per il tergicristallo del robot e uno per l'espulsione del pilota!). Comprensibilmente questo gioco e diventato un cult proprio grazie al controller che sta diventando un vero e proprio oggetto da collezione!
La particolarità: Il pulsante più importante è sicuramente quello dell'espulsione pilota. C'è una protezione di plastica da alzare per evitare di premerlo inavvertitamente tuttavia se il giocatore si trova in condizione critiche durante la missione dovrà premerlo prima che il robot esploda altrimenti sarà game over e i salvataggi precedenti verranno cancellati!

Atari Mindlink


Facciamo di nuovo un tuffo nel passato, in un periodo dove giocare a Pong con le sopracciglia poteva sembrare una cosa rispettabile e motivo di meraviglia. Il Mindlink proponeva proprio questo: un controller in grado di rilevare i movimenti dei muscoli facciali e di trasformarli in comandi per qualunque videogioco Atari
La particolarità: fortunatamente il Mindlink è un progetto abbandonato, la stessa Atari aveva capito quanto era idiota l'idea e ha preferito focalizzarsi su altro.

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